domenica 19 dicembre 2010

Mortalità e morbilità

Una maggiore aspettativa di vita non è accompagnata da più anni vissuti in salute

Lo rivela una nuova ricerca pubblicata sul numero di dicembre del Journal of Gerontology
Spendiamo più tempo da malati rispetto ad un decennio fa

Dal 1970 al 2005 la probabilità di un sessantacinquenne di sopravvivere fino all'età di 85 anni è raddoppiata, passando dal 20% del 1970 al 40% del 2005. Molti ricercatori presumono che le stesse ragioni che permettono alle persone di vivere più a lungo, comportamenti salutistici e progressi in campo medico possano allo stesso tempo ritardare l’insorgenza di malattie consentendo di spendere meno anni di vita con una malattia debilitante. Questa nuova ricerca condotta da Eileen Crimmins, Gerontologa presso la University of Southern California,  dimostra che il periodo medio di vita trascorso con malattie serie o debilitanti è aumentato negli ultimi dieci anni.
Secondo i dati della ricercatrice la possibilità di vita in salute di un ventenne di oggi si è ridotta di un anno rispetto ad  un coetaneo di un decennio fa, anche se l'aspettativa di vita è cresciuta.
"Abbiamo sempre dato per scontato che ogni nuova generazione fosse più sana e longeva di quella precedente" ha spiegato Crimmins, "tuttavia, la compressione della morbilità può essere illusoria quanto l'immortalità."
Un maschio di 20 anni nel 1998 poteva aspettarsi di vivere altri 45 anni senza almeno una delle principali cause di morte: malattie cardiovascolari, cancro e diabete. Il numero di anni è sceso a 43,8 anni nel 2006, con la perdita di più di un anno. Per le giovani donne giovani l’aspettativa di vita senza malattie gravi è scesa da 49,2 anni a 48 anni, negli ultimi dieci anni.
“Ci sono prove sostanziali che abbiamo fatto poco per eliminare o ritardare l’insorgenza delle malattie, mentre abbiamo ridotto la morte per malattie” ha spiegato Crimmins “ allo stesso tempo c’è stato un aumento significativo dell’incidenza di certe malattie croniche, specialmente il diabete”. Dal 1998 al 2006 è aumentata inoltre la prevalenza delle malattie cardiovascolari fra gli uomini, del cancro in entrambi i sessi e del diabete dai 30 anni in poi. Inoltre è aumentata la percentuale di popolazione affetta da più di una patologia.
“I problemi crescenti legati all’obesità, ipertensione e ipercolesterolemia sono le prove concrete che la salute umana non migliora attraverso le generazioni” ribadisce la Crimmins,  “non sembra che ci si stia muovendo verso un mondo dove arriviamo alla fine della vita senza provare un periodo significativo di malattia, perdita di funzionalità o disabilità”.


References:
Crimmins and Beltrán-Sánchez. "Mortality and Morbidity Trends: Is There Compression of Morbidity?" J Gerontol B Psychol Sci Soc Sci (2011) 66B (1): 75-86.

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