mercoledì 24 novembre 2010

Malattie cardiovascolari e stile di vita

Sono stati presentati il 15 novembre 2010 all'American Heart Association Scientific Sessions i risultati di due studi, condotti da ricercatoti della Northwestern University, che indicano che lo stile di vita ha un impatto maggiore sul rischio di sviluppare malattie cardiovascolari che essere geneticamente predisposti ad acquisire queste malattie.

Nel primo studio è stato evidenziato che le persone che mantengono uno stile di vita salutistico calcolato su 5 fattori:

  1. basso indice di massa corporea
  2. limitato consumo di alcol
  3. corretta quantità di potassio, calcio, fibre e un basso apporto di grassi saturi
  4. partecipazione ad un regolare esercizio fisico
  5. astensione dal fumo

hanno il 60% di possibilità di avere un basso profilo di rischio di malattie cardiovascolari dopo 20 anni. Tale percentuale scende al 37% per coloro che mantengono 4 fattori, al 30% per 3 fattori, al 17% per 2 e al 6% per uno o nessuno.

Nel secondo studio i ricercatori hanno evidenziato che nella maggior parte dei soggetti lo sviluppo delle malattie cardiovascolari è causato da fattori legati allo stile di vita e solo una piccola parte è causa dell'eredità.

Che cosa fai e come vivi ha quindi un impatto maggiore dei propri geni, questo dovrebbe responsabilizzare le persone verso uno stile di vita salutistico seguendo ad esempio i 5 fattori prima elencati.

lunedì 15 novembre 2010

Qualità del sonno e infiammazione

Ricercatori statunitensi hanno rilevato che sia una scarsa qualità che una insufficiente durata del sonno sono  legati a più alti livelli di infiammazione, un noto fattore di rischio per malattie cardiache e ictus.
La ricerca presentata al congresso dell'American Heart Association di Chicago è particolarmente significativa in quanto valuta questi parametri da un punto di vista epidemiologico e non in esperimenti di laboratorio con deprivazione del sonno.
La qualità del sonno è stata misurata tramite il Pittsburgh Sleep Quality Index (PSQI) che è un indice che distingue un sonno di cattiva qualità da un buon sonno attraverso la misurazione di sette differenti aree: qualità del sonno soggettiva, difficoltà nell'addormentarsi, abitudini quotidiane, durata del sonno, sonno disturbato, utilizzo di farmaci per dormire e disturbi durante il giorno.
Nei partecipanti allo studio con scarsa qualità del sonno si sono evidenziati livelli più elevati di fibrinogeno, IL-6 e proteina C reattiva.
Parte dei dati sono pubblicati come Meeting Abstracts su Circulation


References:
"Sleep Quality and Duration are Associated with Higher Levels of Inflammatory Biomarkers: the META-Health Study."
Morris A. et al Circulation, 23 November 2010; 122: Abstract: A1 7806

martedì 2 novembre 2010

Bevande zuccherate e rischio di diabete

Ricercatori dell'Harvard School of Public Health hanno condotto una meta-analisi includendo 11 studi che esaminavano l'associazione tra bevande zuccherate, diabete tipo 2 e sindrome metabolica per un totale di più di 300.000 partecipanti.


I risultati mostrano che bere da una a due bevande zuccherate al giorno aumenta il rischio di diabete di tipo 2 del 26% e il rischio di sindrome metabolica del 20% rispetto a coloro che consumano meno di una bevanda zuccherata al mese.


Reference:
V. S. Malik, B. M. Popkin, G. A. Bray, J.-P. Despres, W. C. Willett, F. B. Hu. Sugar Sweetened Beverages and Risk of Metabolic Syndrome and Type 2 Diabetes: A Meta-analysis. Diabetes Care, 2010; DOI: 10.2337/dc10-1079

Articolo su la Voce a cura del nostro gruppo