Nota da tempo l'associazione depressione - infiammazione rimaneva da valutare chi delle due venisse prima.
Sul numero di ottobre della rivista Brain, Behavior, and Immunity, è stato pubblicato il primo studio che esamina in entrambe le direzioni la connessione fra depressione e infiammazione.
Assodata l'esistenza di una comunicazione bidirezionale fra il cervello e il sistema immunitario è stato indagato se è l'attivazione del sistema immunitario che invia un segnale al cervello per influenzare l'umore e il comportamento, o se è la depressione che attiva il sistema immunitario.
Per fare questo 263 uomini e donne in salute tra i 50-70 anni di età sono stati testati al basale e 6 anni dopo per determinare i livelli di sintomi depressivi e di interleuchina-6.
Risultati. I sintomi depressivi sono associati con un aumento nel tempo di interleuchina-6, una proteina infiammatoria che predice gli eventi cardiovascolari. Al contrario, i livelli di interleuchina-6 non sono collegati ad aumenti in futuro di sintomi depressivi.
La depressione può pertanto portare a infiammazione e l'infiammazione potrebbe essere uno dei meccanismi attraverso i quali la depressione contribuisce al rischio cardiovascolare.
A prospective evaluation of the directionality of the depression–inflammation relationship. Jesse C. et al Brain, Behavior, and Immunity, 23, 7, 2009, 936-944.
domenica 22 novembre 2009
martedì 17 novembre 2009
Piramidi alimentari: Mediterranea vs Harvard
Pochi giorni fa è stata presentata la nuova piarmide alimentare mediterranea nell'ambito della III° Conferenza Internazionale CIISCAM e INRAN “La Dieta Mediterranea come Modello di Dieta Sostenibile” (2-3 novembre 2009, Parma, Palazzo Soragna). Questa evoluzione della piramide alimentare presenta, a mio avviso, diversi lati positivi: introduce nuovi concetti come convivialità, stagionalità, prodotti locali; conferma l'importanza dell'attività fisica (come nella piramide di Harvard); è prevalentemente vegetariana. Il mio dubbio è che sia troppo sbilanciata sui latticini e che sia mancato il coraggio di fare una netta distinzione fra cereali integrali e quelli raffinati. In definitiva continuo a preferire quella di Harvard.
PIRAMIDE DI HARVARD (mia traduzione)
sito ufficiale
PIRAMIDE MEDITERRANEA
PIRAMIDE DI HARVARD (mia traduzione)
sito ufficiale
PIRAMIDE MEDITERRANEA
lunedì 9 novembre 2009
Cibi raffinati vs cibi poco lavorati e rischio di depressione
Un modello di dieta basato su cibi raffinati rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di depressione.
In uno studio condotto condotto su 3.486 soggetti di mezza una maggiore probabilità di sviluppare depressione è risultata essere associata con il consumo di una dieta basata prevalentemente su cibi raffinati (dessert zuccherati, alimenti fritti, carni lavorate, cereali raffinati, prodotti di lattiero-caseari grassi) (OR = 1,58), mentre una dieta basata su cibi integrali e poco lavorati (ortaggi, frutta e pesce) è associata ad una diminuzione del rischio di depressione (OR = 0,74).
MIO COMMENTO
Questi risultati ribadiscono l'importanza della dieta e il suo impatto sui disturbi dell'umore come la depressione. Una volta stabilito questo rapporto rimane però il dubbio che le persone destinate a diventare depresse potrebbero diventare prima inclini a mangiare cibi più raffinati come compenso all'iposoddisfazione. Risulta però corretto attribuire ad una dieta salutistica un effetto protettivo.
"Dietary pattern and depressive symptoms in middle age."
Tasnime N. Akbaraly, Eric J. Brunner, Jane E. Ferrie, Michael G. Marmot, Mika Kivimaki, and Archana Singh-Manoux.
The British Journal of Psychiatry, Nov 2009; 195: 408 - 413.
In uno studio condotto condotto su 3.486 soggetti di mezza una maggiore probabilità di sviluppare depressione è risultata essere associata con il consumo di una dieta basata prevalentemente su cibi raffinati (dessert zuccherati, alimenti fritti, carni lavorate, cereali raffinati, prodotti di lattiero-caseari grassi) (OR = 1,58), mentre una dieta basata su cibi integrali e poco lavorati (ortaggi, frutta e pesce) è associata ad una diminuzione del rischio di depressione (OR = 0,74).
MIO COMMENTO
Questi risultati ribadiscono l'importanza della dieta e il suo impatto sui disturbi dell'umore come la depressione. Una volta stabilito questo rapporto rimane però il dubbio che le persone destinate a diventare depresse potrebbero diventare prima inclini a mangiare cibi più raffinati come compenso all'iposoddisfazione. Risulta però corretto attribuire ad una dieta salutistica un effetto protettivo.
"Dietary pattern and depressive symptoms in middle age."
Tasnime N. Akbaraly, Eric J. Brunner, Jane E. Ferrie, Michael G. Marmot, Mika Kivimaki, and Archana Singh-Manoux.
The British Journal of Psychiatry, Nov 2009; 195: 408 - 413.
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